Calcio
Il Bisceglie che non t'aspetti
Quattro punti in tre gare bottino ragguardevole per una squadra allestita in tempi strettissimi
Italia - mercoledì 26 settembre 2018
12.44
Qualche collega campano, forse lasciandosi prendere la mano, ha estremizzato i contorni dell'inopinata sconfitta della Casertana a Bisceglie giungendo alla conclusione, ingenerosa, che la formazione nerazzurra «farà fatica a salvarsi». Di questo passo, qualcuno sarebbe autorizzato a ritenere che il team di Terra di Lavoro, costruito per vincere il campionato di Serie C, sia in realtà una squadra da metà classifica.
La verità è sempre nel mezzo: l'orgogliosa e lucida prestazione del collettivo guidato da Ciro Ginestra ha sorpreso Gaetano Fontana e i suoi calciatori. Le ripercussioni del kappaò maturato sul rettangolo del "Gustavo Ventura", secondo stop in appena tre partite per i favoriti alla promozione in B (categoria che il calcio casertano non raggiunge dal lontano 1990/91, fra l'altro annata dello scudetto Phonola nel basket), saranno più chiare al termine del delicatissimo scontro in calendario sabato al "Pinto" col Catanzaro, che sulla carta dovrebbe contendere ai rossoblu e al Trapani la leadership del girone C.
L'iscrizione automatica dell'allenatore nell'elenco degli "imputati" è la pre-condizione per qualsiasi analisi: il contestatissimo ricorso al 3-5-2 costituisce l'argomento tattico di maggiore presa nell'analisi del match di martedì sera. Il Mattino, più prudente, ha titolato "Floro Flores non basta, la Casertana cade a Bisceglie", senza però mettere in risalto l'incomprensibile scelta del trainer, a prescindere dal modulo, di inserire l'attaccante ex Bari (e Alfageme) solo al quarto d'ora della ripresa, consentendo ai nerazzurri, le cui difficoltà in termini di condizione fisica sono note persino in Antartide, di gestire il vantaggio senza correre particolari pericoli nei primi quindici minuti della frazione. L'impressione è che le incertezze difensive e la confusionaria fase di possesso palla siano il sintomo di una scarsa serenità.
Quanto al Bisceglie, benché ritenuto "modesto" e "mediocre", la prova fornita ha confermato i progressi di un gruppo in crescita, che ha sempre necessità di almeno altri due rinforzi (uno in difesa, l'altro a centrocampo) ma allo stato attuale delle cose tutto appare fuorché una formazione allo sbando che in prospettiva possa fare troppa fatica a salvarsi. La sicurezza di Maccarrone e Markic ha contagiato positivamente anche il più giovane Maestrelli; Toskic sembra viaggiare verso la maturazione in un ruolo delicato che non consente alcun tipo di passaggio a vuoto; Onescu e Jakimovski garantiscono solidità nel segmento mediano e anche Longo non ha sfigurato. Il potenziale offensivo è destinato a crescere soprattutto se Scalzone dovesse ritrovare la forma fisica ottimale. Nuovi innesti potrebbero fornire ulteriore qualità e profondità all'organico.
Quattro punti in tre gare sono un bottino ragguardevole per una squadra allestita in tempi strettissimi, che ha guadagnato il rispetto degli appassionati biscegliesi mostrando grinta e professionalità. Doti che, viceversa, sono parse mancare alla Casertana, al netto di una pressione mediatica divenuta già insostenibile.
La verità è sempre nel mezzo: l'orgogliosa e lucida prestazione del collettivo guidato da Ciro Ginestra ha sorpreso Gaetano Fontana e i suoi calciatori. Le ripercussioni del kappaò maturato sul rettangolo del "Gustavo Ventura", secondo stop in appena tre partite per i favoriti alla promozione in B (categoria che il calcio casertano non raggiunge dal lontano 1990/91, fra l'altro annata dello scudetto Phonola nel basket), saranno più chiare al termine del delicatissimo scontro in calendario sabato al "Pinto" col Catanzaro, che sulla carta dovrebbe contendere ai rossoblu e al Trapani la leadership del girone C.
L'iscrizione automatica dell'allenatore nell'elenco degli "imputati" è la pre-condizione per qualsiasi analisi: il contestatissimo ricorso al 3-5-2 costituisce l'argomento tattico di maggiore presa nell'analisi del match di martedì sera. Il Mattino, più prudente, ha titolato "Floro Flores non basta, la Casertana cade a Bisceglie", senza però mettere in risalto l'incomprensibile scelta del trainer, a prescindere dal modulo, di inserire l'attaccante ex Bari (e Alfageme) solo al quarto d'ora della ripresa, consentendo ai nerazzurri, le cui difficoltà in termini di condizione fisica sono note persino in Antartide, di gestire il vantaggio senza correre particolari pericoli nei primi quindici minuti della frazione. L'impressione è che le incertezze difensive e la confusionaria fase di possesso palla siano il sintomo di una scarsa serenità.
Quanto al Bisceglie, benché ritenuto "modesto" e "mediocre", la prova fornita ha confermato i progressi di un gruppo in crescita, che ha sempre necessità di almeno altri due rinforzi (uno in difesa, l'altro a centrocampo) ma allo stato attuale delle cose tutto appare fuorché una formazione allo sbando che in prospettiva possa fare troppa fatica a salvarsi. La sicurezza di Maccarrone e Markic ha contagiato positivamente anche il più giovane Maestrelli; Toskic sembra viaggiare verso la maturazione in un ruolo delicato che non consente alcun tipo di passaggio a vuoto; Onescu e Jakimovski garantiscono solidità nel segmento mediano e anche Longo non ha sfigurato. Il potenziale offensivo è destinato a crescere soprattutto se Scalzone dovesse ritrovare la forma fisica ottimale. Nuovi innesti potrebbero fornire ulteriore qualità e profondità all'organico.
Quattro punti in tre gare sono un bottino ragguardevole per una squadra allestita in tempi strettissimi, che ha guadagnato il rispetto degli appassionati biscegliesi mostrando grinta e professionalità. Doti che, viceversa, sono parse mancare alla Casertana, al netto di una pressione mediatica divenuta già insostenibile.