Calcio
La strana vigilia del Bisceglie
In archivio un'estate travagliata, ora si fa sul serio
Bisceglie - sabato 15 settembre 2018
9.23
«Luglio, agosto, settembre / sempre rivoluzione». Quale migliore colonna sonora di un emblematico pezzo di Luca Carboni ("Non è", 1995) per ripassare i tratteggi della più travagliata, confusa, indecifrabile estate del calcio biscegliese?
È sembrato potesse accadere di tutto ma a conti fatti è come se non fosse cambiato nulla. Il principale sodalizio della città è nelle mani dello stesso proprietario, che nel giro di pochissimi giorni ha deciso di costruire una squadra competitiva per la partecipazione al terzo campionato professionistico. Tutto ciò che di concreto (poco), veritiero (abbastanza) e verosimile (fin troppo) è stato detto e scritto dallo scorso 16 luglio finirà inevitabilmente nel dimenticatoio alle 18:30 di domenica 16 settembre, quando il fischio d'inizio del match con la Vibonese aprirà la seconda avventura del club nerazzurro nel campionato di Serie C.
Il timone di una barca robusta ma a bordo della quale sono appena saliti moltissimi elementi di un equipaggio che avrà bisogno di tempo per conoscersi e lavorare insieme con la massima efficacia è stato affidato a Ciro Ginestra da Pozzuoli. L'obiettivo è tirare fuori le indiscutibili qualità dei singoli atleti ingaggiati da Nicola Canonico e farne sintesi nel più breve lasso di tempo possibile. Un'autentica sfida di "assemblaggio", considerate le nove gare in programma (e i 27 punti a disposizione complessivamente sul piatto) in poco più di 40 giorni, fino al 30 ottobre.
Il campo sarà "giudice", inflessibile, della riuscita o meno di un'operazione tecnica senza dubbio non semplice nella fase iniziale della stagione. Toccherà anche ai sostenitori biscegliesi esprimersi, scegliendo se seguire la squadra fra le mura amiche o disertare il "Gustavo Ventura" per tenere fede alle promesse ribadite a chiare lettere in questi due mesi. Sullo sfondo, la consapevolezza di un'intera comunità: la prova definitiva che la C sia davvero un lusso per questa città l'ha data l'imbarazzante silenzio di tanti, troppi imprenditori biscegliesi che non finanzierebbero il calcio (anzi, tutto lo sport) neppure sotto tortura. Era importante che tutti se ne rendessero conto, al netto delle valutazioni dei singoli sul comportamento di Canonico.
È sembrato potesse accadere di tutto ma a conti fatti è come se non fosse cambiato nulla. Il principale sodalizio della città è nelle mani dello stesso proprietario, che nel giro di pochissimi giorni ha deciso di costruire una squadra competitiva per la partecipazione al terzo campionato professionistico. Tutto ciò che di concreto (poco), veritiero (abbastanza) e verosimile (fin troppo) è stato detto e scritto dallo scorso 16 luglio finirà inevitabilmente nel dimenticatoio alle 18:30 di domenica 16 settembre, quando il fischio d'inizio del match con la Vibonese aprirà la seconda avventura del club nerazzurro nel campionato di Serie C.
Il timone di una barca robusta ma a bordo della quale sono appena saliti moltissimi elementi di un equipaggio che avrà bisogno di tempo per conoscersi e lavorare insieme con la massima efficacia è stato affidato a Ciro Ginestra da Pozzuoli. L'obiettivo è tirare fuori le indiscutibili qualità dei singoli atleti ingaggiati da Nicola Canonico e farne sintesi nel più breve lasso di tempo possibile. Un'autentica sfida di "assemblaggio", considerate le nove gare in programma (e i 27 punti a disposizione complessivamente sul piatto) in poco più di 40 giorni, fino al 30 ottobre.
Il campo sarà "giudice", inflessibile, della riuscita o meno di un'operazione tecnica senza dubbio non semplice nella fase iniziale della stagione. Toccherà anche ai sostenitori biscegliesi esprimersi, scegliendo se seguire la squadra fra le mura amiche o disertare il "Gustavo Ventura" per tenere fede alle promesse ribadite a chiare lettere in questi due mesi. Sullo sfondo, la consapevolezza di un'intera comunità: la prova definitiva che la C sia davvero un lusso per questa città l'ha data l'imbarazzante silenzio di tanti, troppi imprenditori biscegliesi che non finanzierebbero il calcio (anzi, tutto lo sport) neppure sotto tortura. Era importante che tutti se ne rendessero conto, al netto delle valutazioni dei singoli sul comportamento di Canonico.