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The Decision capitolo terzo, LeBron goes to Hollywood
Sul trasferimento di LBJ ai Lakers
Mondo - lunedì 2 luglio 2018
15.18
È trascorso quasi un mese da quell'8 giugno in cui si è vista la riconferma al titolo Nba dei Golden State Warriors, compagine che sta costruendo una vera e propria dinastia sportiva nel massimo campionato cestistico americano, al punto da essere annoverata dagli addetti ai lavori tra le squadre più dominanti nella storia della pallacanestro, vuoi per il talento dei singoli interpreti vuoi per la dimostrazione di un'organizzazione di gioco corale senza precedenti.
A farne le spese ancora lui, un atleta che dopo i ritiri di Michael Jordan e Kobe Bryant è assurto di diritto a icona globale di questo sport: LeBron James. Una carrellata di premi individuali conquistati e record infranti, tre titoli Nba e due ori olimpici nel suo ampio palmares.
È opportuno sottolineare come l'impatto del nativo dell'Ohio si sia esteso anche in ambiti diversi del basket, basti pensare all'impegno profuso nel campo sociale con l'istituzione della "LeBron James Family Foundation" che ha concesso la possibilità a ragazzi meno abbienti ma meritevoli di usufruire di borse di studio presso l'Università di Akron, sua città natale, oltre che alle sue attività di investitore e azionista nella squadra di calcio del Liverpool e promotore di attività ed eventi del suo principale sponsor Nike.
Ma una personalità del suo calibro, costantemente al centro dei riflettori per le critiche e i paragoni talvolta scomodi coi suoi illustri predecessori, non poteva permettersi di continuare a vivere in una realtà come Cleveland in cui stimoli e competitività cominciavano a latitare, consapevole di aver già mantenuto la promessa di vincere un anello per l'Ohio, terra che tanto ingiusta è stata con lui in un'infanzia contrassegnata dalla povertà ma che altrettanto ha saputo restituirgli quando si è accorta del suo immenso talento.
In queste ultime settimane hanno tenuto banco i molti rumours che associavano il suo nome a diverse franchigie, con l'interessato chiuso nel suo silenzio pure se alcuni elementi, come l'iscrizione dei suoi due figli presso istituti scolastici della "città degli angeli" hanno lasciato presagire un possibile approdo nella West Coast: e cosi è stato.
Determinante il lavoro del general manager dei Lakers Rob Pelinka e del presidente Magic Johnson, che hanno saputo dare un'importante sprint al progetto di ricostruzione della franchigia gialloviola con l'inserimento di un campione non più giovanissimo ma che è ancora una garanzia per la crescita di una giovane squadra, con il materializzarsi di concrete chances di titolo con l'inserimento di qualche altro atleta più rodato ed esperto.
Sarà pari a 154 milioni di dollari, ripartiti su quattro anni di contratto, l'ammontare complessivo dell'ingaggio del Prescelto, che, supportato dai giovani Ball, Kuzma, Randle e Ingram e dai recenti acquisti Stephenson e McGee sarà chiamato a rilanciare la sua immagine di cestista vincente e di una franchigia a digiuno ormai da otto anni: un'impresa certo non semplice ma perfettamente nelle sue corde.
A farne le spese ancora lui, un atleta che dopo i ritiri di Michael Jordan e Kobe Bryant è assurto di diritto a icona globale di questo sport: LeBron James. Una carrellata di premi individuali conquistati e record infranti, tre titoli Nba e due ori olimpici nel suo ampio palmares.
È opportuno sottolineare come l'impatto del nativo dell'Ohio si sia esteso anche in ambiti diversi del basket, basti pensare all'impegno profuso nel campo sociale con l'istituzione della "LeBron James Family Foundation" che ha concesso la possibilità a ragazzi meno abbienti ma meritevoli di usufruire di borse di studio presso l'Università di Akron, sua città natale, oltre che alle sue attività di investitore e azionista nella squadra di calcio del Liverpool e promotore di attività ed eventi del suo principale sponsor Nike.
Ma una personalità del suo calibro, costantemente al centro dei riflettori per le critiche e i paragoni talvolta scomodi coi suoi illustri predecessori, non poteva permettersi di continuare a vivere in una realtà come Cleveland in cui stimoli e competitività cominciavano a latitare, consapevole di aver già mantenuto la promessa di vincere un anello per l'Ohio, terra che tanto ingiusta è stata con lui in un'infanzia contrassegnata dalla povertà ma che altrettanto ha saputo restituirgli quando si è accorta del suo immenso talento.
In queste ultime settimane hanno tenuto banco i molti rumours che associavano il suo nome a diverse franchigie, con l'interessato chiuso nel suo silenzio pure se alcuni elementi, come l'iscrizione dei suoi due figli presso istituti scolastici della "città degli angeli" hanno lasciato presagire un possibile approdo nella West Coast: e cosi è stato.
Determinante il lavoro del general manager dei Lakers Rob Pelinka e del presidente Magic Johnson, che hanno saputo dare un'importante sprint al progetto di ricostruzione della franchigia gialloviola con l'inserimento di un campione non più giovanissimo ma che è ancora una garanzia per la crescita di una giovane squadra, con il materializzarsi di concrete chances di titolo con l'inserimento di qualche altro atleta più rodato ed esperto.
Sarà pari a 154 milioni di dollari, ripartiti su quattro anni di contratto, l'ammontare complessivo dell'ingaggio del Prescelto, che, supportato dai giovani Ball, Kuzma, Randle e Ingram e dai recenti acquisti Stephenson e McGee sarà chiamato a rilanciare la sua immagine di cestista vincente e di una franchigia a digiuno ormai da otto anni: un'impresa certo non semplice ma perfettamente nelle sue corde.