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Tour de France, in cinque ad insidiare il trono di sir Chris
La Grande Boucle partirà il 7 luglio da Noirmoutier En-l'ile
Mondo - sabato 7 luglio 2018
11.40
Partirà sabato 7 luglio la 105ª edizione del Tour de France, la gara a tappe francese che nelle ultime tre edizioni ha visto un unico attore protagonista: Chris Froome. Il britannico, fresco vincitore del Giro d'Italia, potrà contare come al solito su una grande squadra, costruita su misura per lui, per provare a centrare la doppietta che è riuscita l'ultima volta venti anni fa a Marco Pantani.
Se prima della corsa rosa molti addetti ai lavori pensavano che la spada di Damocle che gli pende sulla testa potesse minimamente intaccare la sua freddezza (e a conferma di questo che era più che un dubbio arrivò la caduta nella ricognizione della prima cronometro), ad oggi risulta il principale favorito per la vittoria finale a Parigi. Nelle tre settimane in Italia, Froome ha dimostrato di essere un grande campione, prima nella testa e poi nelle gambe, mantenendo dritta la barra anche quando le cose sembravano non girare nel verso giusto. In questo certamente ha fatto molto avere la certezza di avere una corazzata alle spalle: nelle tre settimane del Giro il britannico ha sempre potuto contare su almeno due compagni fino all'ultimo metro di gara, certezza che invece i suoi avversari spesso e volentieri non hanno avuto.
Il Delfinato, concluso da poco, ha fornito un po' di dati che è utile analizzare in ottica Tour: Nibali, che ha rinunciato al Giro per puntare alla maglia gialla, ha faticato più del previsto nelle tappe più dure, ma è anche vero che solitamente il siciliano della Bahrain Merida nelle corse di tre settimane raggiunge l'apice della condizione nell'ultima settimana, ovvero quella decisiva. Quindi non sorprenderebbe vederlo come minimo sul podio alla fine.
Ma Vincenzo Nibali non è il solo che cercherà di spodestare sir Chris dal trono del Tour: Nairo Quintana, potrebbe essere uno di quelli da tenere maggiormente sotto controllo viste le sue doti di scalatore puro, ma il colombiano ha un "handicap" non indifferente rispetto al campione uscente, la squadra. Non sono infatti ben chiare le gerarchie in casa Movistar dove oltre a Quintana potrebbero volersi ritagliare un posto al sole gli spagnoli Mikael Landa e Alejandro Valverde, due nomi ingombranti che sicuramente non si accontenteranno di fare i gregari e vorranno puntare come minimo ad un successo di tappa.
Romain Bardet gioca in casa, gode di un grande appoggio del pubblico e già lo scorso anno ha provato a prendersi la maglia gialla senza riuscirci. Buona la sua prestazione al Delfinato, che denota uno stato di forma importante ma bisognerà vedere come arriverà a correre la terza settimana. Altro nome interessante da seguire sarà quello dell'australiano Richie Porte. Dopo un giro di Svizzera assolutamente soddisfacente (1°) il ciclista della BMC potrebbe mirare alla maglia gialla, o in ogni caso a migliorare il proprio miglior piazzamento in classifica generale (5°).
Avversario meno temibile per Froome dovrebbe essere l'olandese Tom Dumoulin, che nella corsa rosa ha mostrato bene di che pasta è fatto, anche a livello mentale. Non è mai riuscito a chiudere Giro e Tour nella stessa stagione in tutta la carriera, e visto che comunque il percorso non lo agevola (meno di 70 km a cronometro, specialità in cui è campione del mondo) l'olandese dovrebbe puntare più a qualche successo di tappa che alla generale, ma non è mai detta l'ultima.
Ci sarà poco spazio per gli outsider anche in questo Tour. Come si è visto al Giro le formazioni dei top rider non lasciano quasi mai andare le fughe, o comunque fanno in modo di tenere i fuggitivi sotto stretto controllo, motivo per cui risulterebbe difficile per chiunque provare ad insidiare le posizioni nobili della classifica. A prescindere da quello che accadrà fino al secondo giorno di riposo, il Tour si deciderà quasi certamente nell'ultima settimana, quando tutti gli atleti dovranno fare i conti con la stanchezza fisica e mentale che una gara come il Tour de France porta via.
Bisognerà certamente tener conto della pressione mediatica che Froome dovrà subire anche durante le settimane del Tour. Lo spettro della possibile squalifica per doping che ha aleggiato sul gruppo fino all'ultimo e persino alcuni ex ciclisti hanno rincarato la dose di accuse nei confronti del britannico. Il campione francese Bernard Hinault ha attaccato duramente il tre volte maglia gialla: «Contador per un caso analogo è stato squalificato» ha detto suggerendo al resto del gruppo di "scioperare" se il britannico dovesse (come effettivamente farà) prendere il via. Alla presentazione delle squadre, giovedì 5 luglio, Froome è stato accolto da una marea di pollici in giù e fischi e questo potrebbe incidere sul morale del corridore nell'arco delle tre settimane, nonostante abbia dimostrato una mentalità molto forte.
Effettivamente si tratta un episodio piuttosto singolare: grandi ciclisti del passato, da Pantani a Contador, nel momento in cui sono stati scoperti positivi a qualsiasi tipo di doping hanno subito una sanzione e sono stati squalificati per un lasso di tempo più o meno lungo. Viene naturale chiedersi il perché di questo trattamento di favore riservato al portacolori del Team Sky. L'UCI ha comunque assolto definitivamente il campione inglese che su twitter ha commentato dicendosi felice di poter finalmente archiviare questo episodio e concentrarsi sulla gara, che prenderà il via la prossima settimana. L'obiettivo di quest'anno è la doppietta Giro-Tour, e per il momento è a buon punto, ma nessuno degli avversari intende rendergli facile l'impresa.
Se prima della corsa rosa molti addetti ai lavori pensavano che la spada di Damocle che gli pende sulla testa potesse minimamente intaccare la sua freddezza (e a conferma di questo che era più che un dubbio arrivò la caduta nella ricognizione della prima cronometro), ad oggi risulta il principale favorito per la vittoria finale a Parigi. Nelle tre settimane in Italia, Froome ha dimostrato di essere un grande campione, prima nella testa e poi nelle gambe, mantenendo dritta la barra anche quando le cose sembravano non girare nel verso giusto. In questo certamente ha fatto molto avere la certezza di avere una corazzata alle spalle: nelle tre settimane del Giro il britannico ha sempre potuto contare su almeno due compagni fino all'ultimo metro di gara, certezza che invece i suoi avversari spesso e volentieri non hanno avuto.
Il Delfinato, concluso da poco, ha fornito un po' di dati che è utile analizzare in ottica Tour: Nibali, che ha rinunciato al Giro per puntare alla maglia gialla, ha faticato più del previsto nelle tappe più dure, ma è anche vero che solitamente il siciliano della Bahrain Merida nelle corse di tre settimane raggiunge l'apice della condizione nell'ultima settimana, ovvero quella decisiva. Quindi non sorprenderebbe vederlo come minimo sul podio alla fine.
Ma Vincenzo Nibali non è il solo che cercherà di spodestare sir Chris dal trono del Tour: Nairo Quintana, potrebbe essere uno di quelli da tenere maggiormente sotto controllo viste le sue doti di scalatore puro, ma il colombiano ha un "handicap" non indifferente rispetto al campione uscente, la squadra. Non sono infatti ben chiare le gerarchie in casa Movistar dove oltre a Quintana potrebbero volersi ritagliare un posto al sole gli spagnoli Mikael Landa e Alejandro Valverde, due nomi ingombranti che sicuramente non si accontenteranno di fare i gregari e vorranno puntare come minimo ad un successo di tappa.
Romain Bardet gioca in casa, gode di un grande appoggio del pubblico e già lo scorso anno ha provato a prendersi la maglia gialla senza riuscirci. Buona la sua prestazione al Delfinato, che denota uno stato di forma importante ma bisognerà vedere come arriverà a correre la terza settimana. Altro nome interessante da seguire sarà quello dell'australiano Richie Porte. Dopo un giro di Svizzera assolutamente soddisfacente (1°) il ciclista della BMC potrebbe mirare alla maglia gialla, o in ogni caso a migliorare il proprio miglior piazzamento in classifica generale (5°).
Avversario meno temibile per Froome dovrebbe essere l'olandese Tom Dumoulin, che nella corsa rosa ha mostrato bene di che pasta è fatto, anche a livello mentale. Non è mai riuscito a chiudere Giro e Tour nella stessa stagione in tutta la carriera, e visto che comunque il percorso non lo agevola (meno di 70 km a cronometro, specialità in cui è campione del mondo) l'olandese dovrebbe puntare più a qualche successo di tappa che alla generale, ma non è mai detta l'ultima.
Ci sarà poco spazio per gli outsider anche in questo Tour. Come si è visto al Giro le formazioni dei top rider non lasciano quasi mai andare le fughe, o comunque fanno in modo di tenere i fuggitivi sotto stretto controllo, motivo per cui risulterebbe difficile per chiunque provare ad insidiare le posizioni nobili della classifica. A prescindere da quello che accadrà fino al secondo giorno di riposo, il Tour si deciderà quasi certamente nell'ultima settimana, quando tutti gli atleti dovranno fare i conti con la stanchezza fisica e mentale che una gara come il Tour de France porta via.
Bisognerà certamente tener conto della pressione mediatica che Froome dovrà subire anche durante le settimane del Tour. Lo spettro della possibile squalifica per doping che ha aleggiato sul gruppo fino all'ultimo e persino alcuni ex ciclisti hanno rincarato la dose di accuse nei confronti del britannico. Il campione francese Bernard Hinault ha attaccato duramente il tre volte maglia gialla: «Contador per un caso analogo è stato squalificato» ha detto suggerendo al resto del gruppo di "scioperare" se il britannico dovesse (come effettivamente farà) prendere il via. Alla presentazione delle squadre, giovedì 5 luglio, Froome è stato accolto da una marea di pollici in giù e fischi e questo potrebbe incidere sul morale del corridore nell'arco delle tre settimane, nonostante abbia dimostrato una mentalità molto forte.
Effettivamente si tratta un episodio piuttosto singolare: grandi ciclisti del passato, da Pantani a Contador, nel momento in cui sono stati scoperti positivi a qualsiasi tipo di doping hanno subito una sanzione e sono stati squalificati per un lasso di tempo più o meno lungo. Viene naturale chiedersi il perché di questo trattamento di favore riservato al portacolori del Team Sky. L'UCI ha comunque assolto definitivamente il campione inglese che su twitter ha commentato dicendosi felice di poter finalmente archiviare questo episodio e concentrarsi sulla gara, che prenderà il via la prossima settimana. L'obiettivo di quest'anno è la doppietta Giro-Tour, e per il momento è a buon punto, ma nessuno degli avversari intende rendergli facile l'impresa.