Concerto per pianoforte ed orchestra K 466
Mozart nacque a Salisburgo il 27 gennaio del 1756, più di cinquant'anni dopo che era stato inventato il pianoforte e più di trent'anni da quando il pianoforte era stato introdotto nei paesi di lingua tedesca.
Si può dunque sostenere che che quando Mozart venne al mondo il pianoforte non era più uno strumento sperimentale. Mozart scrisse ancora da fanciullo un concerto per clavicembalo e orchestra e conobbe il pianoforte a Parigi nel 1764-65 e a Londra, città che frequentò intensamente. Ciò non significa tuttavia che Mozart, destinato a diventare uno dei primi e maggiori pianisti della storia, al pianoforte si volgesse subito, anzi. La sua "conversione" fu tardiva e non venne di certo favorita dai tre viaggi in Italia, paese in cui lo strumento creato da Bartolomeo Cristofori era stato ben presto dimenticato.
Mozart è uno dei maggiori creatori di musica per pianoforte che siano mai esistiti, era un grande pianista... ma per lui la vita era il teatro. "Governava il suo stato e governava i domini imperiali che si chiamavano musica sacra, musica sinfonica, musica da camera ma si divertiva solo quando poteva comporre opere" (Piero Rattalino).
Ebbe la possibilità di lavorare nel 1773 per un impresario teatrale di Venezia: aveva 17 anni. Il padre Leopold, ragionando con la sua quadrata mentalità di dipendente a tempo indeterminato del principe arcivescovo di Salisburgo, lasciò cadere l'offerta veneziana per puntare tutte la sue carte su un impiego stabile alla corte del granduca di Toscana. Una volta persa questa opportunità, perse la possibilità di affermarsi come free lance nella prestigiosa professione dell'operista itinerante fra le capitali della musica. A questo punto (e qui mi viene da aggiungere una piccola considerazione: non tutti i mali vengono per nuocere...) il pianoforte divenne per lui un mezzo di sostentamento e soprattutto il transfert delle sue pulsioni di drammaturgo. Il pianoforte divenne così sia la barca di maggiore affidabilità per tenersi a galla in un mare infido e tempestoso, sia per trasferire sulla ed attraverso la tastiera le sue pulsioni sociali, sentimentali ed umane.
Ecco quindi il valore straordinario delle Sonate e dei Concerti per pianoforte ed orchestra. Queste composizioni riflettono le problematiche esistenziali del genio musicale di Salisburbo. Mozart esprimeva attraverso questo viaggio nella infinita bellezza le sue pulsioni umane.
Sono esattamente 23 i Concerti per pianoforte e orchestra da lui composti. E devo sottolineare, con un pizzico di soddisfazione, che alcuni anni fa l'associazione Musicale Fonè propose al pubblico biscegliese, come Concerto di Capodanno, il Concerto K 467. L'orchestra era "la Bottega dell'Armonia", diretta dal maestro Bepi Speranza; solista al pianoforte il piccolo e promettente Simone Losappio. La chiesa di Sant'Andrea era affollata da non meno di trecento persone: fu un vero successo! In quel momento lo sentivo particolarmente vicino il K467 e riuscii a trasmettere, attraverso l'ospitalità sul sito, la infinita bellezza di questo concerto. Mi permisi anche in modo un po' presuntuoso ma sempre sotto la spinta della passione, di commentare i tre movimenti come: I gradini del cielo, Al cospetto di Dio e Il canto degli angeli.
Ora però vorrei invitare gli attenti, competenti e sensibili lettori di BisceglieViva ad ascoltare il Concerto K466. Questo è di certo il meno mozartiano ed il più beethoveniano dei concerti di Mozart. Solo l'attacco forte, imperioso, deciso, eroico, evoca nell'ascoltatore i concerti di Beethoven. Fu composto da Mozart nel 1785 all'età di ventinove anni e a proposito di ciò che ho scritto precedentemente, ci si chiede quale "tempesta ormonale" avesse colpito la sua mente. Ma se il risultato della sofferenza, del dolore, della passione è stato questo, come si intende, ben vengano le sofferenza se queste producono nelle mani del Genio sublimi creazioni.
Per Mozart nella musica come per tutti gli altri geni della cultura, nella pittura, nella scultura, nella poesia, nella prosa: in tutti gli ambiti della cultura.
Si può dunque sostenere che che quando Mozart venne al mondo il pianoforte non era più uno strumento sperimentale. Mozart scrisse ancora da fanciullo un concerto per clavicembalo e orchestra e conobbe il pianoforte a Parigi nel 1764-65 e a Londra, città che frequentò intensamente. Ciò non significa tuttavia che Mozart, destinato a diventare uno dei primi e maggiori pianisti della storia, al pianoforte si volgesse subito, anzi. La sua "conversione" fu tardiva e non venne di certo favorita dai tre viaggi in Italia, paese in cui lo strumento creato da Bartolomeo Cristofori era stato ben presto dimenticato.
Mozart è uno dei maggiori creatori di musica per pianoforte che siano mai esistiti, era un grande pianista... ma per lui la vita era il teatro. "Governava il suo stato e governava i domini imperiali che si chiamavano musica sacra, musica sinfonica, musica da camera ma si divertiva solo quando poteva comporre opere" (Piero Rattalino).
Ebbe la possibilità di lavorare nel 1773 per un impresario teatrale di Venezia: aveva 17 anni. Il padre Leopold, ragionando con la sua quadrata mentalità di dipendente a tempo indeterminato del principe arcivescovo di Salisburgo, lasciò cadere l'offerta veneziana per puntare tutte la sue carte su un impiego stabile alla corte del granduca di Toscana. Una volta persa questa opportunità, perse la possibilità di affermarsi come free lance nella prestigiosa professione dell'operista itinerante fra le capitali della musica. A questo punto (e qui mi viene da aggiungere una piccola considerazione: non tutti i mali vengono per nuocere...) il pianoforte divenne per lui un mezzo di sostentamento e soprattutto il transfert delle sue pulsioni di drammaturgo. Il pianoforte divenne così sia la barca di maggiore affidabilità per tenersi a galla in un mare infido e tempestoso, sia per trasferire sulla ed attraverso la tastiera le sue pulsioni sociali, sentimentali ed umane.
Ecco quindi il valore straordinario delle Sonate e dei Concerti per pianoforte ed orchestra. Queste composizioni riflettono le problematiche esistenziali del genio musicale di Salisburbo. Mozart esprimeva attraverso questo viaggio nella infinita bellezza le sue pulsioni umane.
Sono esattamente 23 i Concerti per pianoforte e orchestra da lui composti. E devo sottolineare, con un pizzico di soddisfazione, che alcuni anni fa l'associazione Musicale Fonè propose al pubblico biscegliese, come Concerto di Capodanno, il Concerto K 467. L'orchestra era "la Bottega dell'Armonia", diretta dal maestro Bepi Speranza; solista al pianoforte il piccolo e promettente Simone Losappio. La chiesa di Sant'Andrea era affollata da non meno di trecento persone: fu un vero successo! In quel momento lo sentivo particolarmente vicino il K467 e riuscii a trasmettere, attraverso l'ospitalità sul sito, la infinita bellezza di questo concerto. Mi permisi anche in modo un po' presuntuoso ma sempre sotto la spinta della passione, di commentare i tre movimenti come: I gradini del cielo, Al cospetto di Dio e Il canto degli angeli.
Ora però vorrei invitare gli attenti, competenti e sensibili lettori di BisceglieViva ad ascoltare il Concerto K466. Questo è di certo il meno mozartiano ed il più beethoveniano dei concerti di Mozart. Solo l'attacco forte, imperioso, deciso, eroico, evoca nell'ascoltatore i concerti di Beethoven. Fu composto da Mozart nel 1785 all'età di ventinove anni e a proposito di ciò che ho scritto precedentemente, ci si chiede quale "tempesta ormonale" avesse colpito la sua mente. Ma se il risultato della sofferenza, del dolore, della passione è stato questo, come si intende, ben vengano le sofferenza se queste producono nelle mani del Genio sublimi creazioni.
Per Mozart nella musica come per tutti gli altri geni della cultura, nella pittura, nella scultura, nella poesia, nella prosa: in tutti gli ambiti della cultura.