Bambino davanti agli orrori della guerra (repertorio)
Bambino davanti agli orrori della guerra (repertorio)
Un pediatra sul web

Il sacrificio dei bambini

«Ciascuno di noi darà il meglio di sé per questi piccoli, facendo a meno delle certezze dei pontificatori seriali»

L'immagine è di repertorio, non si riferisce al conflitto in corso ma la riteniamo ugualmente significativa

Il 24 febbraio scorso l'esercito della Russia ha invaso l'Ucraina.
Mentre il nemico invisibile, patogeno e mortale, sembrava aver alzato le braccia in segno di resa, riconsegnandoci la serenità nel genere umano così duramente provato e la fiducia verso la scienza che presa alla sprovvista aveva comunque messo in atto una serie di strategie, ambientali, comunitarie, igienico sanitarie, mediche e di ricerca, contenendo quanto più possibile la pandemia da Covid-19 ,ecco che come fuoco sotto la cenere divampa l'incendio ad est. E, come fu con la pandemia, anche questa sciagura ci ha colto del tutto impreparati.

Questa volta però il nemico è visibile, molto visibile e produce altrettanti danni e sofferenze alle popolazioni. Noi occidentali naufraghiamo in un oceano di discorsi, di spiegazioni, di giustificazioni, di previsioni. Ma questo resoconto quotidiano, martellante, terrorizzante è del tutto improduttivo, così come del tutto inutili sono stati i sermoni tenuti in tv dagli esperti durante i 24 mesi circa della pandemia. Mentre i soloni pontificavano - ognuno dall'alto della propia conoscenza - sull'affair pandemia, i manovali del servizio sanitario (medici, infermieri, personale tutto) in silenzio si sono rimboccati le maniche e hanno operato al meglio sia professionalmente sia manualmente nel porre in atto la campagna vaccinale che i veri e pochi scienziati avevano scoperto con la realizzazione del vaccino.

Nell'Europa dell'est assistiamo ad una storia simile. Mentre li la gente muore, la gente cioè uomini donne, vecchi, malati, soldati ucraini e russi, qui da noi dalla mattina alla sera si susseguono chilometriche trasmissioni televisive in cui ci si ubriaca in un'orgia di discorsi inutili.

Ma fin qui ci sta perché le corde della del tutto mia personale sensibilità erano rimaste tese ma immobili fino a quando poi non ho cominciato a vedere immagini come quelle che volenti o nolenti sono costretto a vedere: il sacrificio degli innocenti. Ed è a questo punto che mi si rivolta lo stomaco ed un senso di rabbia e di impotenza mi assale. Facciamo tanto per prendere in carico il "bambino" fin dai primi giorni di vita, seguirlo, proteggerlo, curarlo, esercitare su di lui tutta la nostra carica di umanità e di servizio medico per garantirgli il meglio, ed ecco che in una frazione di secondo gli si può spezzare la vita. Questo è inaccettabile. Come si possa esercitare oggi violenza e morte verso un innocente è incomprensibile ed inaccettabile.

Questo è l'aspetto della guerra Russia-Ucraina che mi spaventa e mi inorridisce maggiormente. Il presidente russo che con tutte le sue motivazioni (nelle quali non entro) ma che sono tali comunque da "giustificare" il sacrificio di tanti tanti bambini e il presidente ucraino che per le sue altrettanto importanti motivazioni lascia che tanti bambini vengano sacrificati. Ma questi personaggi sono del tutto anaffettivi, cinici o nati per uccidere?

Già più di un collega pediatra delle nostre città si è ritrovato a confronto in studio con questi bambini. E al di là dell'obiettiva difficoltà di comprensione reciproca per via della lingua, noi saremo in grado di "capire" non l'eventuale problematica della salute fisica ma saremo in grado almeno di percepire il malesse psicologico di questi piccoli che si sono ritrovati nel giro di poche ore esuli, orfani, sradicati dai loro paesi, dalle loro scuole, dalle quotidiane abitudini, dagli affetti e catapultati in luoghi così lontani e così profondamente diversi?

Saremo in grado di piegare la schiena, di metterci con il nostro sguardo all'altezza dei loro occhi e nel tentare di intendere lo sconvolgimento che devasta la loro mente, provare a empatizzare senza imporre alcun imperativo medico?

È un'altra sfida cui siamo chiamati. Così come la prima ci ha trovati impreparati, questa seconda ci trova altrettanto impreparati.
Potremmo fare affidamento sui pontificatori, caricatori di consigli e di certezze che in queste ore già stanno sgomitando per entrare in scena ma saremo in grado di fare a meno di loro: ciascuno di noi, medici, infermieri e componenti del personale sanitario, darà il meglio di sé, svolgerà il proprio dovere in silenzio e la sera guardandosi allo specchio si chiederà se avrebbe potuto e dovuto fare ancora meglio.
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Rubrica di pediatria a cura del dottor Antonio Marzano - pediatra di famiglia

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