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Cronaca

Influenza: a Bisceglie da ogni pediatra 25 nuovi casi al giorno

Caratteristiche e complicanze più frequenti. La voce dell'esperto

L'angolo privilegiato di osservazione del 20 gennaio 2018, data in cui viene steso questo articolo, è il servizio SCAP dell'ospedale di Bisceglie.
L'infermiera Isabella Di Liddo condividerà con me questo turno dalle 8 alle 14.

La prima piccola paziente si è già presentata con un severo orzaiolo, edema della palpebra superiore e stato clinico sofferente. Anche se questo primo caso è di natura batterica, tuttavia di certo è stato favorito da una infezione virale della congiuntiva.

L'influenza 2017-2018: conoscerla da vicino

L'influenza di quest'anno si presenta non particolarmente severa né sottoforma di pandemia, tuttavia gli accessi nello studio pediatrico nell 'ultimo mese sono passati da 20/25 al giorno a non meno di 50/60 al giorno.
I bambini sono particolarmente esposti al virus influenzale proprio perché hanno una risposta anticorpale modesta ed è proprio per questo motivo che molto spesso l'infezione virale si complica con la sovrapposizione batterica.
Le manifestazioni cliniche dell'influenza sono a carico di tutti gli apparati: al primo posto c'è l apparato respiratorio sia delle alte che delle basse vie respiratorie, subito dopo l apparato gastroenterico, il sistema osteoarticolare e, sia pure in rari casi, il sistema nervoso.
Iniziando dal primo, il pediatria vede in studio: riniti, rinofaringiti, farigotonsilliti, laringiti ipoglottiche, tracheiti, bronchiti catarrali, bronchiti spastiche, focolai broncopneumonici, non mancano naturalmente le otiti. In tutte queste patologie, l'eziologia è virale, ma poi tempo 48-36 ore l'espettorato del bambino diventa muco purulento. Il pediatra vive serenamente queste patologie, trasmette sicurezza e serenità ai genitori facendo diagnosi e terapia. Eppure come la.mia collaboratrice Isabella Di Liddo sa molto bene c'è una patologia respiratoria appannaggio del lattante che fa tremare i polsi al pediatra che preoccupa l'infermiere pediatrico e che nonostante le terapie costituisce a tutt'oggi la patologia respiratoria per il bambino più importante: BRONCHIOLITE.

La brionchiolite


Il distress respiratorio è severo specie se contratta nei primi tre mesi di vita, per cui molto spesso,causa la bassa saturazione di ossigeno il lattante va ospedalizzato. Per cui anche quest'anno oltre le decine e decine di bambini che si presentano in studio con le patologie respiratorie più frequenti, tuttavia per ogni pediatra non mancano i casi di bronchioliti. Ma l'ospedalizzazione diventa doverosa ed indispensabile, anche per i bambini affetti da gastroenteriti. Per questi la disidratazione è molto rapida,e così lo stato di acidosi,sostenuto dalla febbre e dalla diarrea. Per cui se i bambini non si reidratano per bocca con soluzioni glucosaline devono essere reidratati per via endovenosa,e ciò naturalmente deve avvenire in ospedale. Molti sono i bambini che ho visto con questa patologia gastroenterica .Questo cavallo di troia del virus influenzale, quando entra nell'organismo,si accompagna sempre con altri virus, tra cui herpes ,citomegalovirus, Epstein virus, corona virus e rotavirus. Ecco perché piuttosto che di influenza la chiamerei SINDROME influenzale. Lo scorso inverno 2016/2017, i bambini biscegliesi sono stati colpiti non solo dal virus influenzale ma anche dal parvovirus B19 che ha causato una epidemia di Quinta malattia o megaloeritema infettivo.
In questi giorni il reparto pediatria del Vittorio Emanuele II è al competo. I pediatri di famiglia hanno orari elastici e tutto ciò garantisce una buona assistenza, una buona terapia ed una buona guarigione senza esiti. Tutto questo sembra scontato eppure non dimentico che nel non lontano 1981 mentre frequentavo la clinica pediatrica ho visto in 6 mesi morire due bambini uno per gastroenterite virale, l'altro per encefalite virale.
Per fortuna nei miei primi 32 anni di servizio grazie alle terapie, al miglioramento delle condizioni igienico sanitarie della popolazione biscegliese, non ho più assistito a queste tragedie. Fino a questo momento il turno Scap del 20 gennaio 2018, conferma tutto ciò che con la infermiera Isabella Di Liddo, abbiamo scritto.

Il ruolo dello Scap

Vorrei solo aggiungere il dato Scap. Questo servizio ormai consolidato nella nostra comunità ed esportato nelle province vicine,costituisce un grosso ausilio di continuità assistenziale specialistica e di certo contribuisce fortemente a garantire una migliore qualità di vita dei bambini e di serenità delle famiglie.
Eppure tutto questo non sempre viene riconosciuto da chi poi piuttosto che lasciarci visitare sereni,fa in modo che la nostra attività professionale sia inficiata da controlli e rimproveri. Ma è cosi...
Noi pediatri continueremo a batterci per i bambini e le famiglie, nonostante chi piuttosto che battersi per noi si batte contro di noi.

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